La Val Tidone, tra natura e archeologia

La Valle del Tidone è ricca di punti di interesse storico e naturalistico. Dai fichi d’india nani della Val Chiarone agli scavi archeologici della Piana di San Martino ai mulini lungo il Tidone e tanti altri piccoli particolari da scoprire camminando. Si, proprio il trekking a piedi è uno dei modi migliori per scoprire il nostro territorio grazie anche al prezioso lavoro svolto in questi anni dal Club Alpino Italiano che ha segnato e mantiene numerosi sentieri che attraversano i nostri boschi e i crinali delle nostre montagne. Potete richiedere direttamente al Club Alpino Italiano la mappa dei sentieri della Val Tidone.

Gli scavi della Piana di San Martino, si trovano nel territorio del comune di Pianello e più precisamente su un promontorio roccioso in Val Chiarone sulla strada verso la Rocca d’Olgisio. Qui i continui lavori di scavo stanno gradualmente riportando alla luce una realtà insediativa complessa e di grande interesse. Le più antiche tracce di frequentazione ritrovate sono da riferirsi ad epoca protostorica e testimoniano l’esistenza di un insediamento, pertinente ad una comunità di pastori-agricoltori, per il quale frammenti di colatoi comprovano la lavorazione del latte mentre fusaiole, rocchetti e pesi da telaio attestano le attività di filatura e di tessitura. La maggior parte dei reperti è costituita da vasellame, destinato in genere alla preparazione ed alla conservazione dei cibi, per il quale la varietà di forme e decorazioni consente di proporre un inquadramento cronologico dalla media età del Bronzo alla terza età del Ferro, dal XVI al II secolo a.C. Particolarmente importanti sono i rinvenimenti relativi ad una colonna marmorea pressoché integra e ad una serie di attrezzi, prevalentemente in ferro, riconducibili alla fucina di un fabbro longobardo.

Numerosi reperti sono oggi conservati presso il Museo Archeologico di Pianello Val Tidone dove si possono anche ammirare frammenti di storia provenienti da tutta la vallata, come il sarcofago ritrovato a Vicomarino e i reperti della sepoltura di Ganaghello e della villa di Arcello.

Sulla statale verso il Monte Penice, dopo Nibbiano, incontrate la diga del Molato. Terminata nel 1928 la grandiosa diga ad archi multipli e speroni, interamente in calcestruzzo armato, è alta 55 metri sul piano di fondazione e lunga 180 metri sul fronte e 322 metri comprese le strutture laterali. Essa ha dato vita al bacino artificiale detto Lago di Trebecco, dove è possibile praticare il tiro al piattello e frequentare la scuola di vela.

Interessante, lungo il corso del Tidone, la strada dei Mulini, sono infatti numerosi gli antichi mulini ad acqua che sorgevano lungo il fiume e che oggi sono parzialmente visitabili, segnaliamo il Mulino del Lentino e il Mulino del Rizzo.

E dopo avere guardato il territorio alla luce del sole non ci resta che concludere il nostro itinerario con uno sguardo verso il cielo stellato. Infatti a Lazzarello di Costalta in comune di Pecorara si trova l’osservatorio astronomico del Gruppo Astrofili Piacenza visitabile e utilizzabile su appuntamento.